MARISA VALENTE: “DOBBIAMO LOTTARE PER RISOLVERE LE CRITICITA’ DELLA MENCI”

Ho concluso la mia esperienza in Francia e dal 1 marzo ho assunto l’incarico di coordinatrice della CDL di Tortona.
Nessuno poteva prevedere od immaginare che un virus avrebbe fermato il mondo intero, tantomeno che nel cuore dell’Europa un paese fosse invaso da una potenza nucleare vicina ed “amica”…
Lo scenario prima di emergenza sanitaria ora di guerra, alimenta paure ed insicurezza nelle persone, è difficile oggi essere un soggetto di rappresentanza sociale, è difficile fare sindacato.
Abbiamo trascorso gli ultimi due anni dentro una crisi profonda l’emergenza covid ha messo in evidenza ed aggravato problemi strutturali irrisolti, a partire dalla sanità.
Abbiamo pagato i tagli alla sanità e il blocco delle piante organiche che i governi regionali di centro sinistra o destra del Piemonte hanno attuato indifferentemente negli ultimi 20 anni.
Le chiusure e la riduzione dei reparti degli ospedali di prossimità e nessuna politica di salute ed assistenza sul territorio, hanno causato il disastro cui abbiamo assistito, sono stati colpiti gli anziani e i più fragili, tutt’ora non si vedono cambiamenti nelle scelte sanitarie, anzi alcuni problemi si sono aggravati vedi le liste d’attesa per visite ed esami e la carenza dei medici di base, sono solo due esempi di questioni irrisolte ed urgenti. I cittadini di Tortona e del nostro territorio vivono tutti i giorni i disagi nel rapporto con le strutture pubbliche, spesso per curarsi occorre rivolgersi ai privati ed i costi gravano sulle famiglie, già duramente colpite dalla crisi economica.
Sono emersi i limiti e i ritardi della pubblica amministrazione, che ha dovuto accelerare la digitalizzazione, ma chi ne ha pagato le conseguenze sono stati gli utenti che in alcuni casi per il rinnovo della carta d’identità digitale attendono due mesi… E per accedere agli uffici porte chiuse call center e prenotazione on line con tante difficoltà per il cittadino comune.
Ovviamente la crisi pandemica è strettamente intrecciata alla crisi economica, l’Istat in questi giorni ha reso noti i dati sull’aumento della povertà, oltre 5,6 milioni di poveri in Italia, un dato destinato a crescere e ad accentuare le diseguaglianze, peggiorano le condizioni di vita in particolare per le fasce di popolazione più indigente.
Le donne in particolare quelle sole con redditi molto bassi, pensiamo cosa significa oggi con gli aumenti delle bollette e dei costi di tutti i generi alimentari, le famiglie monoreddito sono in ginocchio.
Ancora più pesanti gli effetti nel mondo del lavoro prima con la pandemia ora aggravate dalla guerra, in questi due anni il 90% dei posti di lavoro persi hanno riguardato le donne ed i giovani con contratti a tempo determinato, part time obbligati, interinali con contratti di due giorni.
La timida ripresa dei mesi scorsi con l’aumento dei prezzi delle materie prime e carburanti darà un altro colpo alla ripresa dell’attività produttiva, ne abbiamo la conferma con l’ultimo caso della Menci ex. Acerbi a Castelnuovo Scrivia.
Nei giorni scorsi la società ha comunicato di avere problemi di sostenibilità industriale, le prospettive per il sito e per l’occupazione dei 48 lavoratori è preoccupante.
L’ impresa ha attraversato tutte le crisi industriali degli ultimi 40 anni a partire dal 1980. L’ex Acerbi era una delle ultime aziende storiche rimaste sul territorio ridotta al lumicino in seguito alle diverse ristrutturazioni e riduzioni di personale, nel 2017 ci fu una procedura di mobilità che interessò una ventina tra operai ed impiegati, poi nel 2019 l’Acerbi fece una cessione dell’attività e del marchio alla Menci Spa anche in quell’occasione fu attuata una diminuzione di personale. Pochi i lavoratori che potranno agganciarsi alla pensione, la prospettiva sarà pesante e difficile per operai non più giovani che dovranno trovare una ricollocazione in altre aziende e/o riconvertire la propria professionalità.
Le varie riforme del mercato del lavoro ed infine il Job act hanno nel tempo ridotto i diritti e le tutele riducendo tutto ad una flessibilità incontrollata, il contratto a tempo indeterminato è diventato una chimera….
Esiste poi un problema di qualità del lavoro e di una giusta retribuzione maggiore è la flessibilità e la precarietà peggiore la formazione e l’attenzione sulla sicurezza, i morti sul lavoro dall’inizio dell’anno sono stati 2 17, ad Arquata Scrivia nei giorni scorsi è morto un operaio di 32 anni!
Sono temi generali che riguardano tutto il paese ma anche la nostra zona, la Bassa valle Scrivia e Tortona non fanno eccezione sono in linea purtroppo con le statistiche ed i dati nazionali, mi lascia perplessa la possibilità di ripresa con il PNRR del governo applicato al nostro territorio, vista la scarsità di progetti presentati e di fondi richiesti per far ripartire l’economia del territorio.
Se questo è il contesto, il sindacato nei nostri territori a Tortona e nella Bassa Valle Scrivia, deve rappresentare i bisogni delle persone e sostenerli nella gestione quotidiana delle difficoltà e dei problemi soprattutto le persone più deboli.
I servizi che normalmente dovrebbe fornire lo Stato sono a carico del cittadino, spesso ci dobbiamo sostituire nel rapporto con gli enti per garantire ai cittadini la tutela individuale e l’esercizio dei propri diritti, oggi più che mai occorre un sindacato di strada, di prossimità vicino alle persone ed in grado di intercettare i loro bisogni.
Parallelamente occorre migliorare le condizioni di lavoro, ridurre e cercare di eliminare la precarietà, stabilizzare i posti di lavoro è la garanzia che consente ai giovani di affrontare con serenità il futuro.
Serve un cambiamento per realizzare una società più giusta ed inclusiva.
Marisa Valente coordinatrice CDL Tortona