PROGETTO COMMON GROUND: SFRUTTAMENTO LAVORATIVO E TRATTA DI ESSERI UMANI

La FLAI CGIL di Alessandria partecipa al progetto COMMON GROUND insieme alla Comunità San Benedetto al Porto, capofila, all’Agenzia Piemonte Lavoro e all’IRES PIEMONTE. Coinvolti anche i Centri per l’impiego e gli Ispettorati del Lavoro Territoriali.
Il progetto è volto alla lotta al fenomeno dello sfruttamento lavorativo e ad intercettare casi di tratta di esseri umani sempre più frequenti in periodi di forte immigrazione. Purtroppo c’è chi si approfitta delle condizioni di bisogno delle persone causando un danno gravissimo non solo ai soggetti interessati ma al mondo del lavoro e alla società tutta e spesso ciò avviene sotto gli occhi di tutti e di istituzioni inermi o non preparate ad affrontare il problema.
In questo contesto nasce COMMON GROUND , per diventare in primis uno strumento di emersione di questo tipo di problematiche e poi di risoluzione anche attraverso una collaborazione stretta con le Istituzioni di cui si accennava pocanzi.
La CGIL di Alessandria tutta è impegnata su questo fronte, non solo la FLAI categoria che si occupa del settore alimentare e del mondo agricolo, ma anche le categorie sindacali dell’edilizia, dei trasporti e del commercio-turismo.
Il fenomeno non coinvolge solo lavoratori stranieri (la maggioranza) ma anche lavoratori italiani in una percentuale stimata intorno al 15% e ciò è tanto più evidente nel meridione.
Spesso ci troviamo davanti a lavoratori provenienti dalle zone più disparate del mondo, di nazionalità nuove per il mercato del lavoro italiano ma che col tempo stanno diventando sempre più numerose e queste persone portano con loro un gap
linguistico oltre alle loro peculiarità culturali che vanno assolutamente gestite per integrarle nella nostra società prima che divengano problematiche come accaduto in altri paesi europei. Sfruttarle sul posto di lavoro non aiuta l’integrazione ne tantomeno genera un percorso economico virtuoso, anzi mette in contrapposizione quei soggetti sottopagati e senza diritti con i lavoratori già presenti sul territorio.
A proposito del gap linguistico viene da chiedersi come sia possibile che una persona che non capisce la nostra lingua e men che meno un testo tecnico scritto come una proposta d’assunzione possa firmare in maniera consapevole un contratto di lavoro. Oltre all’evidente problema etico che si profila in capo a chi propone questo tipo di assunzione, quanta validità giuridica può avere un contratto firmato in queste condizioni spesso dettate dall’estremo bisogno in cui versano soggetti senza la minima consapevolezza?
E poi ancora: nessuno si chiede dove abitino queste persone? In quali condizioni vivano? Chi offre loro una soluzione abitativa? Dove vanno questi lavoratori che vediamo per le strade su monopattini o biciclette farsi dei chilometri per raggiungere chissà quale luogo di lavoro? Nessuno se ne occupa? Eppure non sono invisibili.
E’ possibile si scoprano situazioni inaccettabili anche in provincia di Alessandria, magari tra i filari del nostro rinomato cortese o del dolcetto, vini talmente apprezzati e riconosciuti da essere venduti anche a prezzi più che ragguardevoli.
Ma se la filiera di produzione fosse in qualche misura viziata dalla presenza di questo tipo di problematica ci chiediamo come si possano giustificare certi prezzi. Dopo una speculazione simile quanto crescerebbe il guadagno dell’azienda su ogni singola bottiglia? E’ giusto per il consumatore finale? E’ giusto per il lavoratore sfruttato? Aiuta il nostro sistema Paese?
Sono tutte domande che ci stiamo ponendo e che nascono dalla nostra esperienza sul territorio a contatto con le persone. Siamo spaventati dall’idea di scoprire situazioni simili anche nella nostra provincia ma a quel punto qualcuno avrebbe l’obbligo di intervenire.
Alessandria , Lì 20/102023
FLAI CGIL ALESSANDRIA